Sony: like suicide #3 [Evidentemente è l’E3 che li manda nel pallone..]

Era ormai da un po’ che mi chiedevo se ci fosse effettivamente del buon materiale per dare corpo alla terza puntata della serie (in realtà quinta, considerando i due episodi pre-ITG che peraltro mi hanno permesso di conoscere AKirA e di scrivere per voi) Like Suicide, nella quale oltre a citare i Soundgarden – o Nude Dragons, che dir si voglia.. :) – facciamo un po’ un sunto dei comportamenti assurdi che la Sony ha tenuto dall’inizio di questa settima generazione di console.

Fortunatamente, benchè l’immagine e le vendite della casa giapponese siano in costante -e meritata, per quanto tardiva- ascesa, i vertici devono essersi messi una mano sulla coscienza, e pur di non lasciare questo povero blogger un po’ polemico senza niente  da scrivere, proprio in quest’ultimo periodo pre-E3 hanno ripreso a dire e fare cose discutibili. Certo, non siamo tornati ai fasti dell’ultimo Kutaragi (“[Il prezzo al lancio della PS3] probabilmente è troppo basso“), ma tutto considerato direi che ci possiamo accontentare..

Tutto è (ri-)cominciato lo scorso Aprile, quando con un colpo di mano hanno rimosso la possibilità d’installare sistemi operativi alternativi anche dalle PS3 “fat”, con particolare riferimento a Linux.

La funzione, concretamente poco sfruttata dagli utenti, era però servita per dare un’idea della PS3 come sistema aperto e multimediale, e benchè fosse stata la porta d’ingresso attraverso la quale il giovane George Hotz (in arte GeoHot) era riuscito a crackare il sistema, non c’è mai stato seriamente il rischio che la pirateria giungesse su PS3.

Considerando che la PS3 si è già rivelata sufficientemente a prova di pirateria anche in virtù del suo supporto proprietario, appare ancor più incomprensibile la scelta di un colpo di mano che ha infierito principalmente sugli utenti più vecchi e affezionati, privando chi aveva reso la PS3 il fulcro del proprio multimedia center delle possibilità offerte da un SO aperto come Linux.

Oltretutto, l’azione di forza ha causato rappresaglie da parte di alcuni utenti e dello stesso GeoHot, che per tutta risposta ha dichiarato guerra alla casa giapponese pubblicando un firmware alternativo. Una guerra da cui, ancora una volta, Sony ha solo da perdere.

Più di recente, Andrew House (Presidente di SCEE) si è prodotto in un curioso quanto spontaneo esercizio di autolesionismo pre-E3, rilasciando interessanti dichiarazioni che riducono la PSP Go! ad un costoso test sui gusti dei giocatori:

“[la PSP Go!] è stata introdotta a ciclo vitale ormai maturo per capire meglio che cosa vogliono gli utenti ed in effetti abbiamo imparato molto. Tutto questo è misurabile in termini di successo di vendite? Non penso.

Una delle ragioni per le quali abbiamo lanciato la PSP Go! era capire in che direzione andassero le preferenze dei consumatori. Avevamo ricevuto segnali dai giocatori che questo fosse quello che volevano. Ma dobbiamo riconoscere che i giocatori amano le loro collezioni di giochi inscatolati.

Una scoperta eccezionale, non c’è che dire, non fosse che Inside The Game aveva già visto e previsto l’insuccesso del restyle in questione (Sony: Like Suicide#1 e #2) semplicemente partendo dalle premesse con cui la Go! arrivava sul mercato.

Un esperimento fatto sulla pelle dei giocatori, che poteva peraltro essere tranquillamente evitato e che, visti i risultati e vista la pressochè totale assenza della PSP Go! all’E3 2010, probabilmente non avrà seguito, lasciando con un palmo di naso chi ha voluto fidarsi di Sony e seguirla nella sua delirante scelta.

E proprio all’E3, pur nell’ambito di una conferenza tutto sommato buona e ricca, sono arrivati gli ultimi due colpi di genio inanellati da JackSe rivolete la retrocompatibilità compratevi una PS2, una PS3 e mettetele una sopra l’altraTretton e soci.

Il primo riguarda sicuramente il Playstation Move: al di là del fatto che si tratta forse del plagio più spudorato della storia (ma anche Natal/Kinect non è da sottovalutare in questo senso..), il motion controller Sony sembra proprio funzionare a dovere, e ha regalato forti scosse d’adrenalina durante la press conference, soprattutto grazie a Sorcery, il tipico gioco a cui tutti pensavano ma che nessuno ha mai fatto.

Quello che è poco ragionevole è che per poter giocare tutti i giochi che supporteranno la periferica e poterne quindi trarre il massimo, sarà necessario comprare:

– nr.1 PS3Eye, casomai già non l’aveste (e viste le vendite finora, probabilmente non l’avete)

– nr.2 Playstation Move, visto che diversi dei giochi già mostrati pretendono 2 telecomandi anche per il single player (ad es. The Fight: Lights Out)

– nr.2 Nunchu…ehm…Navigation Controllers, visto che, già che avete dovuto prendere 2 Move, almeno potrete giocarci in multiplayer, che è poi lo scopo secondario di tutte le periferiche di motion control.

Pur approfittando dell’annunciato bundle PS3Eye+Move+Starter Disc a 59,90€, la spesa finale per tutto questo ben di Dio si aggirerà attorno ai 160€ annullando completamente il vantaggio rispetto a Kinect.

Oltre a questo si rende molto più difficile la vita agli sviluppatori: ogni volta che qualcuno vorrà implementare il Move dovrà per forza chiedersi se e quanti telecomandi avrà in casa la maggior parte degli utenti, e se questi avranno acquistato o meno anche il Navigation Controller, aumentando in conclusione il rischio che ci sia uno scarso supporto della periferica (come di tutte quelle che l’hanno preceduta in questa generazione e nelle precedenti) da parte degli sviluppatori esterni, incapaci o semplicemente non interessati a prevedere diverse modalità di controllo per le diverse configurazioni che ognuno potrebbe avere a casa.

Il bello è che tutto questo sarebbe stato tranquillamente evitabile includendo un Navigation Controller con ogni Move, visto che il costo di produzione dovrebbe essere veramente irrisorio, non includendo nè sensori di movimento nè (a quanto se ne sa finora) la vibrazione.

E così per 30€ in più rischiano di mandare all’aria tutta la faccenda del motion control, quando per capire che stavano facendo una stupidaggine sarebbe bastato far caso al fatto che il Wii viene venduto con inclusi Wiimote E NUNCHUCK, e che anche quest’ultimo è dotato di sensori di movimento, proprio per evitare di dover usare 2 Wiimote per giocatore.

Rimaniamo in ambito E3 per concludere infine la nostra rassegna citando, non senza una risatina sarcastica, il Playstation Network Plus.

Sin dalla scorsa estate giravano voci che Sony stesse pensando ad un abbonamento “premium” per il suo servizio online, ma era ovvio che per non inimicarsi di colpo tutti i suoi utenti e non mettere a rischio le vite delle proprie madri, mai e poi mai avrebbero potuto pensare di mettere il multiplayer online a pagamento.

E così, per non lasciare comunque intentata una via per mettere le mani nelle tasche degli utenti, ecco il Playstation Network Plus, 50€ l’anno per avere palate e palate di fuffa:

– avatar e temi dinamici (Ohh!),

– demo in anteprima (Ahhh!!),

– possibilità di scaricare giochi completi e provarli per un’ora intera (Wow!!!)

– sconti esclusivi sul PSN (Evvai!!!!) e…

– contenuti esclusivi!! (Applausi, standing ovation e qualcuno che non potendo attendere si butta in platea dalla galleria cercando di dare i soldi direttamente a Tretton…)

Ora, parliamoci chiaro, non è che Microsoft con il suo Xbox Live a pagamento sia particolarmente simpatica a nessuno, però c’è sicuramente da dire che, al di là della qualità superiore del servizio offerto nel multiplayer, il suo negozio online surclassa clamorosamente per quantità e qualità media dell’offerta quello Sony, e il PSN finora aveva tra le sue carte migliori proprio il fatto che di roba ce n’era poca, ma quella che arrivava era per tutti.

Tralasciando per decenza commenti su avatar e sfondi animati, chi mai spenderebbe 50€ l’anno per avere le poche demo che escono sul PSN, peraltro spesso dopo il gioco che annunciano, o per giocare soltanto un’ora con un gioco completo che ci vogliono minimo 2 ore per scaricare?

E infine, i famigerati contenuti esclusivi: credete davvero che un The Lost and The Damned o un Point Lookout verranno venduti solo ai Plus? Più probabilmente si tratterà solo di abitini alternativi e robetta ben poco concreta, visto che un DLC fatto bene costa soldi, e a chi li produce  difficilmente potrà bastare piazzarli solo a quei pochi che pagheranno l’abbonamento per recuperare le spese. Sony compresa.

Aprire da subito il proprio servizio online a tutti è stata forse una delle idee migliori di Sony e uno dei migliori pregi della PS3, e questo mezzo passo indietro ormai viene fatto in una situazione troppo vincolante per poter offrire qualcosa di valido ai paganti senza indispettire chi la PS3 l’ha comprata proprio in funzione della gratuità del PSN.

Staremo a vedere cosa offriranno nella pratica, ma così ad occhio temo che gli abbonati premium saranno per lo più una masnada di ragazzini con troppe carte da 50€ nel portafogli…

E siamo così giunti alla fine di questa 3a/5a puntata della nostra rubrica; è vero che -fortunatamente- gli eventi riportati sono forse di entità minore rispetto al passato, ma è innegabile che Sony ci metta sempre del suo per farci parlare di sè, tanto nel bene quanto nel male.

Ma ormai le vogliamo bene anche per questo, no?

[Scritto in origine per InsideTheGame.it]

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