Microsoft, Nintendo, Sony: le conferenze all’E3 2010, il motion control e la guerra che ci attende.

Al di là dell’evento mediatico, al di là dei soldi, dello spettacolo e delle booth babes, l’E3 resta fondamentalmente un checkpoint, utile per valutare tanto la salute dell’industria videoludica quanto l’andamento della cosiddetta console war.

Proprio su quest’ultimo punto vogliamo soffermarci oggi: presente e futuro della competizione fra le console della settima generazione sulla base delle press conference dei tre competitor per il mercato hardware.

E partiamo da una considerazione tanto generale quanto scontata: la consacrazione del successo di Nintendo.

Al di là delle singole conferenze, di cui parleremo tra poco, l’E3 2010 è stato infatti la conferma definitiva ed innegabile che il futuro del videogioco non può prescindere dal casual gaming e dal motion control, che non sono -per fortuna- l’unica via da seguire, ma che rappresentano senza dubbio le prime di una serie di rivoluzioni di cui il videogame non poteva più fare a meno.

E se oggi questo pare quasi ovvio viste le vendite sostenute ed irraggiungibili del Wii, bisogna ricordare che tre anni e mezzo fa nessuno a parte la casa di Kyoto sarebbe stato disposto a scommettere che il futuro fosse racchiuso non nell’alta risoluzione ma in una curiosa periferica tanto simile ad un telecomando.
A prescindere dall’essere sostenitori o detrattori di Iwata e soci, vedere le due concorrenti più giovani del mercato videoludico rincorrere tanto nelle vendite quanto soprattutto nelle idee una casa ben più piccola e sul mercato da più di trent’anni, fa un certo effetto. Onore al merito.

Tornando alle conferenze e all’immagine che ognuna ha lasciato trasparire, quella più critica & criticabile è stata senza dubbio quella di Microsoft: un crollo verticale reso ancor più evidente dall’exploit dello scorso anno, che con una lunga serie di titoli in esclusiva parziale o totale e soprattutto grazie alle strabilianti potenzialità dell’allora Project Natal, prometteva faville.

Questo 2010 per la casa di Redmond doveva essere quindi l’anno delle conferme, per garantire con una politica solida e al tempo stesso protesa in avanti un futuro ad una macchina che qualche annetto inizia a dimostrarlo; invece MS è sembrata avere ben poche idee, tutte estremamente derivative, rese ancor più scarse all’apparenza dal volerle coprire a tutti i costi con troppi lustrini.

Che Natal/Kinect non fosse particolarmente innovativo era stato evidente sin dalla sua presentazione, ma dalla press conference dell’E3 2009 l’impressione era che Microsoft volesse essere realmente rivoluzionaria nei contenuti, idea che traspariva soprattutto dal breve ma pregnante filmato di quel Milo & Kate di Lionhead che ha fatto letteralmente sognare gli appassionati di avventure grafiche di tutto il mondo; l’attesa conferma per queste ottime basi purtoppo non c’è stata quest’anno, con la presentazione di una serie di titoli che sono poco più di semplici riproposizioni, peraltro neanche granchè ispirate, di giochi altrui di successo come Wii Sports (“Kinect Sports“…ma per favore! Almeno uno sforzo di fantasia per il nome!) e Nintendogs (“Kinectimals“…niente, non ce la possiamo fare. Non che “EyePet” sia meglio, intendiamoci..), mentre di Milo e dell’innovazione che portava con sè non c’era traccia.

Il tutto poi è stato condito da pochi giochi hardcore, per lo più seguiti di seguiti, e definitivamente affossato da uno show e da una conferenza entrambi fin troppo sopra le righe, con ponchos e Cirque du Soleil prima e bambine, videochat, comandi vocali e applausi per nulla spontanei poi.

Volendo riassumere in un’immagine la conferenza e la situazione attuale di Microsoft, potremmo utilizzare la seguente:

Kudo Tsunoda, insopportabile direttore creativo di Kinect, con occhiali scuri, faccia da duro e atteggiamento sbruffone, mentre presenta giochini casual palesemente derivativi, trafitto dal micidiale “Thank you, Lorenzo Lamas!” di un demo-guy. Ridicolo e ben poco promettente nonostante le buone premesse.

Passando alla press conference Nintendo, c’è da dire che invece la presenza di Reggie Fils-Aime è sempre e comunque un valore aggiunto: il massiccio presidente di NOA ha una presenza scenica ed una simpatia indiscutibili, ben lontane dalla vacuità di un Don Mattrick o dall’arroganza di un Jack Tretton.

Una conferenza caratterizzata da un setting sobrio e asciutto che, specie dopo gli eccessi di Microsoft, ha avuto il merito di focalizzare subito la platea su quanto presentato, prima mandandola alle stelle e poi facendola schiantare al suolo con l’annuncio immediato del nuovo Zelda per Wii, seguito da una presentazione letteralmente disastrosa.

Più dell’esordio del 3DS per mano di Iwata in persona, più del ritorno di Kirby, Donkey Kong Country, Metroid e Kid Icarus, il claudicante intervento del papà di Mario è stato il momento più rappresentativo dell’attuale situazione in quel di Kyoto.

La scarsa dimestichezza del creatore della serie con un gioco che, focalizzandosi sui singoli scontri e sui nuovi oggetti, sembra avere veramente poco di suo, e le difficoltà del WiiMotion Plus -esagerate da qualche problema tecnico di troppo- , hanno evidenziato una certa crisi tecnica e creativa che sembra affliggere Nintendo. Guardate il 3DS: una console che osa poco, sostanzialmente un DS pompato, con caratteristiche multimediali ed un 3D magari anche efficace ma che in virtù della sua facile escludibilità sembra un divertissement per attrarre i fans dell’hi-tech, più che una feature in grado di regalare qualcosa di veramente nuovo ai giocatori.

E se le innovazioni tecniche concrete scarseggiano, quelle creative vanno ancora peggio: con Metroid Other M, il nuovo Pikmin, Kirby, Donkey Kong e Kid Icarus Nintendo sta infatti raschiando il fondo del barile delle sue proprietà intellettuali, con il Wii che fra le altre cose passerà alla storia anche per essere stato l’apice assoluto nell’arte del ripescaggio di vecchie serie. Niente di male per carità, siamo tutti contenti, ma dopo tanti ritorni sarebbe bello avere un po’ d’aria fresca anche da questo punto di vista.

Concludendo, Nintendo sembra in difficoltà nello spostare ancora più avanti il nuovo confine da essa stessa tracciato con Wii e DS, e paradossalmente sembra volersi rivolgere, più che alla massa di casual gamers che ha creato, ad una nicchia che si trova a metà fra i vecchi ed i nuovi giocatori: un utenza non particolarmente avvezza al videogame ma neanche totalmente avulsa, attratta dalla semplicità d’uso ma anche dalla tecnologia innovativa.

Certo che, a vederla in questo modo, sembra proprio il ritratto dell’utenza Apple..


[Foto: Shigeru mano giù, Link mano su..]

Passiamo infine alla conferenza Sony; Tretton, Hirai e soci sono forse quelli che hanno avuto il più facile approccio a questo E3: dopo il flop Microsoft nell’esaltare il Kinect, il Move ha sostanzialmente avuto strada libera come periferica più interessante della fiera, mentre il confronto con la nuova console portatile Nintendo non ha semplicemente avuto luogo, visto il ruolo defilato della PSP -e soprattutto della PSP Go!– durante quest’ultima press conference.

Una presentazione dal buon ritmo, incentrata ovviamente su 3D e Move e sul rispettivo supporto da parte dei  (non tantissimi per la verità…) titoli in arrivo: dopo anni di sofferenza finalmente la PS3 inizia a pagare i suoi costi e a sfruttare la sua impostazione, hardware ma anche filosofica, più aperta della concorrenza.

Il tutto è stato presentato da un tronfio Jack Tretton, ma se vogliamo trovare un momento veramente rappresentativo dell’attuale status di Sony non possiamo che rivolgerci al geniale intermezzo di Kevin Butler..

Il fittizio vice-presidente di assurdi reparti della Sony infatti è la perfetta controparte di una casa che nonostante le recenti ri-cadute di stile ed un certo, inalterato gusto per l’auto-celebrazione immotivata, ha imparato a contenersi, a rimanere con i piedi per terra e a fare autoironia, riguadagnando quel rapporto col pubblico che si era in gran parte perso con l’uscita di scena di Kutaragi.

Guardando invece più strettamente al mercato del prossimo futuro, l’E3 ha messo in evidenza tanto l’impreparazione di Microsoft e del suo Kinect quanto l’indecisione Nintendo, ma Sony non sembra pronta a cogliere l’occasione.

Nè il 3D nè il Move sembrano in grado di trarre profitto dalla situazione: il primo verrà affossato dalla necessità di televisori appositi, dopo che tanto si è fatto per convincere l’utenza a spendere i propri soldi in schermi FullHD, peraltro mai pienamente sfruttati; oltretutto non si ha ancora una percezione reale di quanto effettivamente il supporto della tridimensionalità costerà in termini di prestazioni. Il secondo invece, pur restando un buffo copiaticcio della concorrenza, potrebbe avere nella precisione e nella versatilità le carte per sfondare, ma probabilmente si vedrà falciare le gambe da un prezzo complessivo troppo alto e dalla scelta di vendere il Navigation Controller come una periferica a parte.

Tirando le fila del discorso, come prevedibile ci attende un ultimo quarto di 2010 nuovamente all’insegna della console war, stavolta con il nuovo fronte delle periferiche di motion control a farla da padrone; quello che però l’E3 2010 ha evidenziato è che le rispettive posizioni non sono poi così solide e definite come era sembrato da un anno a questa parte, e questi ultimi mesi che ci separano dai rispettivi lanci potrebbero essere fondamentali per per mettere in campo le ultime, a questo punto importantissime guarnigioni, e assestare quei colpi che finora sono stati soltanto accennati o, nel caso di Nintendo, disporre finalmente una linea difensiva in grado di controbattere, piuttosto che di evitare solamente lo scontro.

Staremo a vedere; l’importante per noi videogiocatori è sapere che ci aspetta un autunno caldo, molto molto caldo…

[Scritto in origine per InsideTheGame.it]

Posted in Console War, Industry & Market, Inside The Game, Motion Control | Tagged as: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , | Leave a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.